COME POTREBBE CAMBIARE IL MONDO DEL LAVORO

IPOTESI...JOBS ACT
By Fabrizio Quarchioni
Pubblicato il 2 Novembre 2014

IN QUESTI ULTIMI TEMPI ABBIAMO ASSISTITO A FIUMI DI PAROLE E DI PROMESSE, GRAFICI, SLIDE E SLOGAN IN QUANTITÀ INDUSTRIALE. CON QUALI RISULTATI? ZERO PER QUANTO RIGUARDA CRESCITA E OCCUPAZIONE. VEDIAMO DA VICINO COSA PREVEDE IL NUOVO PIANO DI RIFORMA Quante volte abbiamo sentite abbinate insieme, in questi ultimi tempi, le parole crescita e occupazione? Tante, ma risultati pochi. Ecco allora che su questo, soprattutto sull’occupazione, si giocherà il futuro dell’Europa, dell’Italia e, naturalmente, del nostro Abruzzo. Oltre agli ipotetici investimenti da realizzare, uno degli strumenti su cui  puntare per smuovere il mercato del lavoro è, sicuramente, il cosiddetto Jobs Act. Vediamo cosa dovrebbe contenere nelle ipotesi allo studio.

Innanzitutto si prevede un sistema di garanzia universale per tutti i lavoratori, in caso di disoccupazione involontaria, tutele uniformi e legate alla storia contributiva dei lavoratori e criteri di concessione e utilizzo delle integrazioni salariali che escluda i casi di cessazione aziendale. Tra i vari obiettivi c’è quello di:

– semplificare le procedure burocratiche anche con la introduzione di meccanismi automatici di concessione;

– prevedere che l’accesso alla cassa integrazione possa avvenire solo a seguito di esaurimento di altre possibilità di riduzione dell’orario di lavoro;

– rivedere i limiti di durata, da legare ai singoli lavoratori;

– prevedere una maggiore compartecipazione ai costi da parte delle imprese utilizzatrici;

– prevedere una riduzione degli oneri contributivi ordinari e la loro rimodulazione tra i diversi settori in funzione dell’effettivo utilizzo;

– rimodulare l’ASpI (ex indennità di disoccupazione) omogeneizzando tra loro la disciplina ordinaria e quella breve;

– incrementare la durata massima dell’ASpI per i lavoratori con carriere contributive più significative;

– estendere l’applicazione dell’ASpI ai lavoratori con contratti di co.co.pro.;

– valutare la possibilità che, dopo l’ASpI, possa essere riconosciuta un’ulteriore prestazione in favore di soggetti con indicatore Isee particolarmente ridotto;

– eliminare lo stato di disoccupazione come requisito per l’accesso a prestazioni di carattere assistenziale.

Relativamente ai servizi essenziali in materia di politica attiva del lavoro su tutto il territorio nazionale, vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi:

– razionalizzare gli incentivi all’assunzione già esistenti, da collegare alle caratteristiche osservabili per le quali l’analisi statistica evidenzi una minore probabilità di trovare occupazione;

– razionalizzare gli incentivi per l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità;

– istituire, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, un’agenzia nazionale per l’impiego per la gestione integrata delle politiche attive e passive del lavoro, partecipata da stato e regioni, vigilata dal ministero del Lavoro. All’agenzia sarebbero attribuiti compiti gestionali in materia di servizi per l’impiego, politiche attive e ASpI;

– rafforzare e valorizzare l’integrazione pubblico/privato per migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Per ciò che riguarda le forme contrattuali si intende:

– procedere alla redazione di un testo organico di disciplina delle tipologie contrattuali dei rapporti di lavoro, che possa anche prevedere l’introduzione, in via sperimentale, di ulteriori tipologie contrattuali espressamente volte a favorire l’inserimento nel mondo del lavoro, con tutele crescenti per i lavoratori coinvolti;

– introdurre, in via sperimentale, il compenso orario minimo, applicabile a tutti i rapporti di lavoro subordinato, previa consultazione delle parti sociali;

– introdurre il tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito familiare.

Per quesiti, pareri ed approfondimenti: fquarch@tin.it

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